Presentazione della terza edizione
La trilogia del cammino
a cura di Valeria Maffei
Domenica 15 gennaio 2017 a Varese
Tendiamo a credere che “camminare” sia sempre positivo e che in ogni caso faccia bene al nostro benessere psico-fisico. Per migliorare il nostro stato di salute decidiamo di andare in palestra, fare jogging o altro, facendo diventare quel momento una necessità che paradossalmente separiamo dalla nostra vita quotidiana.
Crediamo che, andare in palestra una o due volte alla settimana, camminare il week end in montagna, andare a correre o pedalare la domenica, possa preservarci dai dolori, dal mal di schiena o altro. Siamo convinti che più camminiamo meglio stiamo ma in questo modo rischiamo di commettere l’errore di pensare che una persona che cammina tanto possa stare meglio di chi cammina poco o nulla.
Crediamo che rafforzare la muscolatura sa l’unico modo per una camminata potente. Tuttavia i muscoli eseguono una funzione comandata dal cervello e se il comando è sbagliato, l’esecutore muoverà in maniera sbagliata lo scheletro, la struttura a cui è collegata, danneggiando non solo la postura ma anche le funzioni ad essa collegate (circolazione, respirazione, digestione ecc).
Non consideriamo che i muscoli rispondono ad un comando che viene dal cervello, cioè dal nostro Sistema Nervoso che è la nostra “intelligenza”. Inoltre, il modo in cui ci muoviamo oggi dipende da come l’abbiamo appreso, da ciò che ci è successo in passato e dove siamo cresciuti.
Pertanto se abbiamo assimilato un modo di camminare basato su schemi neuro-motori incompleti o inadeguati, continueremo a farlo senza rendercene conto riducendone i benefici.
Inoltre crediamo che il passare degli anni sia una condizione inevitabile agli acciacchi dell’età e alla riduzione dell’equilibrio così che camminiamo sempre meno e sempre peggio. “Eh sì” diciamo “è la vecchiaia….” e ne accettiamo incondizionatamente i limiti, riduciamo le nostre possibilità , le nostre scelte e i nostri spazi di movimento.
Per questo non è sufficiente “fare movimento” e non sempre è positivo. Bensì tutto dipende da come ci muoviamo, da come organizziamo le funzioni motorie di base: camminare, stare seduti, alzarsi, girarsi…
Il modo in cui camminiamo è essenziale per trarre il massimo dei i benefici.
Il Metodo Feldenkrais®, creato negli anni cinquanta e basato sulla relazione psicosomatica corpo-mente, è a tutt’oggi praticato in tutto il mondo. Il principio base su cui si fonda è che il movimento è lo strumento per sviluppare una consapevolezza di sé, del modo con cui ci agiamo e interagiamo nella nostra vita e di come ci formiamo una propria immagine sociale e individuale. Ci fornisce gli strumenti per accedere ad un benessere non solo fisico ma anche psichico ed emotivo. Il nostro successo personale dipende dalla nostra maturità emotiva che possiamo sviluppare attraverso una migliore funzionamento delle nostre capacità fisiche.
Ognuno di noi vuole stare bene e realizzare i propri desideri.
Se sai ciò che fai, fai ciò che vuoi
M. Feldenkrais
Se sai come cammini puoi camminare quanto vuoi