Moshé Feldenkrais
1904 nasce a Baranowitz, una piccola cittadina della Russia. Suo padre era un mercante di legnami, sua madre era considerata una delle colonne della grande comunità ebraica.
1918 all’età di 14 anni intraprende a piedi il viaggio verso la Palestina, che dura quasi 6 mesi. Lì frequenta la scuola presso un kibbutz dove avevano ideato un programma di studi particolare: l’intento della scuola era quello di far sì che una volta diplomati gli allievi non prestassero fede ad alcuna autorità e fossero in grado di vedere ogni situazione da punti di vista diversi. In seguito Moshe Feldenkrais spinse quest’idea così lontano da usarla come componente fondamentale nella creazione del suo metodo. Le sue lingue materne erano: lo yiddish, l’ebraico e il russo, ma parlava correttamente anche inglese, francese e tedesco.
Vivendo e lavorando nel deserto impara, per sopravvivere, a economizzare il cibo, l’acqua, non spendere inutilmente energie per mantenere abbastanza risorse e forze: trarre il massimo risultato dal minimo sforzo. Anche questo aspetto diventerà uno dei principi del suo metodo.
Ha una passione per le arti marziali, in particolare jujitsu, scrive libri sulla difesa personale disarmata, tiene corsi per l’esercito britannico e israeliano di difesa personale, studia le pratiche del corpo, le leggi fisiche e dinamiche, la loro interazione con la gravità e le altre forze dell’ambiente.
1924 giocando a calcio da terzino sinistro si lede gravemente i legamenti crociati del ginocchio sinistro.
1927 a 23 anni si diploma e comincia a studiare matematica. Lavora per il Dipartimento topografico facendo i calcoli per le mappe (agrimensore e cartografo).
1928 è a Parigi.
1933 si laurea in ingegneria meccanica ed elettrica. Consegue poi un dottorato in fisica alla Sorbona. Si dedica successivamente alla ricerca come assistente accanto a Frederic Joliot Curie, premio Nobel per la chimica, e Paul Langevin. Diviene allievo di Jigoro Kano.
1934 fonda il primo jiu-jitsu Club di Francia.
1936 ottiene la prima cintura nera europea di judo (2° dan). Fonda il primo club di judo in Europa.
Negli anni ‘40 Feldenkrais si ferisce nuovamente lo stesso ginocchio. Il bisogno assoluto che il suo ginocchio funzionasse bene come prima fa nascere in lui la consapevolezza della necessità di cercare qualcosa di nuovo. É in questo periodo che sviluppa il suo metodo.
Subito dopo l’invasione tedesca di Parigi, fugge in Inghilterra e lavora come fisico al servizio di Sua Maestà.
Le sue esperienze di applicazione delle idee del judo, unite all’approfondita conoscenza della meccanica del corpo umano, saranno all’ origine delle sue celebri lezioni di movimento che avrebbero poi preso il nome di “Consapevolezza attraverso il movimento” (Awareness through movement – ATM).
Le incursioni nella psicologia, nella psicanalisi, affiancate allo studio dell’anatomia e della neurofisiologia, unite all’interesse per il lavoro di F. Mathias Alexander e per la filosofia di Gurdjeff, sono alla base della costruzione del suo pensiero: la capacità di apprendimento dell’essere umano.
1949 viene pubblicato dall’editore Kegan Paul “Corpo e comportamento maturo” dove il suo lavoro viene esposto in maniera organica.
1962 inaugura l’Istituto Feldenkrais a Tel Aviv, presente il primo ministro Ben Gurion.
1968-69 Feldenkrais assieme a F. Wurm trasmette alla radio svizzera per due anni delle lezioni di gruppo che più tardi saranno pubblicate su LP e poi su audio-cassette.
1970 Feldenkrais esce dall’anonimato ottenendo fama e riconoscimenti internazionali per i suoi lavori. Tra i suoi grandi estimatori ci sono l’antropologa Margaret Mead, il neuropsicologo Karl Pribram, Milton Erickson, Gregory Bateson, Peter Brook, Paul Le Percq, Louis Lipton, Yehudi Menuhin, Robert Muller, Gerard Nierenberg.
1981 Viene pubblicato un articolo sulla rivista Smithsonian scritto da Albert Rosenfeld, stimato autore scientifico, in cui si parla di come Moshe riusciva ad aiutare i bambini affetti da paralisi cerebrale.
Colpito a Zurigo da un’emorragia cerebrale, viene successivamente operato.
1982-1983 Feldenkrais si ammala: ematoma sub-durale su entrambi i lati del cranio seguito da 2 infarti. Gli propongono un’operazione al cervello ma per non interrompere le sue attività continua a lavorare fino al successivo infarto che lo stronca.
Muore il 2 luglio in Israele a Tel Aviv.
Benessere in movimento
I bambini cadono e non si fanno male. I bambini non hanno mal di schiena. I loro movimenti sono fluidi, organici, in una parola, belli. Non è un caso che i loro giochi richiamino alla mente un'idea di persuasa serenità, a cui si guarda spesso con nostalgia.
Ma perché a un dato punto della vita tutti, tipi atletici o sedentari, accusano un dolore, patiscono di una contrazione o un crampo?
Il corpo ci tradisce e noi non siamo in grado di riportarlo all'originaria efficienza.
Come si è prodotto il danno? E soprattutto, è possibile recuperare la perduta armonia?
Il Metodo Feldenkrais® mira proprio alla individuazione di quegli automatismi a cui ci si è ridotti, per sollecitare una nuova consapevolezza attraverso il movimento. Le lezioni di gruppo, CAM (consapevolezza attraverso il movimento), e individuali, IF (integrazioni funzionali), per mezzo di sequenze di movimenti semplici o inusuali, aiutano a sperimentare e chiarire le funzioni che partecipano all'organizzazione di una singola azione.
Questa pratica consente cioè di esaminare attivamente i nostri gesti, il nostro modo di stare o di muoverci, le dinamiche del nostro quotidiano. Un percorso di consapevolezza che esplora possibilità alternative, apre prospettive nuove, in cui il modo non è imposto da blocchi, inibizioni o condizionamenti, ma scelto di volta in volta grazie a una presenza rinnovata.
Se nel bambino è l'intuizione che guida alla naturalezza, in età adulta è possibile conquistare la libertà attraverso la coscienza. L'abilità dell'insegnante è tutta nella capacità di cogliere tra i tentativi dell'allievo quel movimento libero, piacevole, elegante, che ancora gli appartiene, ancora abita il suo corpo e può essergli restituito. L'immagine di quel movimento, sostenuta dallo sguardo dell'insegnante, sarà alla base della liberazione di altre parti, funzioni, movimenti, ma anche pensieri ed emozioni fino alla conquista di una precisa e nuova immagine di sé.
Quali sono i benefici?
I benefici più evidenti che si possono ottenere con il Metodo Feldenkrais® si riflettono direttamente sulla qualità della vita. Il quotidiano diventa più semplice e meno faticoso.
I movimenti risultano più fluidi e dinamici e si sperimenta una maggiore efficienza fisica e mentale. Questo perché il Metodo Feldenkrais® aiuta a diventare più consapevoli del proprio corpo e del modo in cui ci si muove.
Come si pratica?
Il Metodo Feldenkrais® viene praticato in due modalità parallele e complementari:
Di Gruppo-CAM
(Consapevolezza Attraverso il Movimento®):
L’insegnante, con parole e immagini, guida gli allievi a compiere movimenti, talvolta non abituali, scoprirne il percorso funzionale e sentire gli effetti e i cambiamenti che tali movimenti producono.
Individuale-IF
(Integrazione Funzionale®):
L’insegnante, attraverso un tocco non invasivo e rispettoso, guida l’allievo all’ascolto e alla riorganizzazione dei propri schemi motori stimolando nuove risposte per migliorare le capacità di movimento e la chiarezza di pensiero.